Quattordici anni dopo «All'una e trentacinque circa», premiato da Club Tenco come migliore opera prima, Vicicio Capossela pubblica il suo primo romanzo, «Non si muore tutte le mattine», edito da Feltrinelli. E oggi, per Vinicio Capossela, sarà una giornata tutta eporediese. Alle 18 sarà alla libreria Cossavella, a firmare autografi. La sera, alle 21, al Teatro Giacosa.
Capossela, sul palco, leggerà se stesso. E se, in America, la formula del reading è assai utilizzata dagli scrittori per far conoscere come trasformano sensazioni e pensieri in parole, in Italia, la serata con Capossela è una curiosa novità.
L'evento, a giudicare dai riscontri della vigilia, piace. E per stasera - l'ingresso al teatro è libero, l'iniziativa è organizzata da Gruppo Ribes e libreria Cossavella - sono attesi alcuni dei brani più significativi del romanzo. Che appare come una cassettiera di pensieri, frammenti di vita vissuta, emozioni. C'è tutto, basta cercarlo qua e là, senza ordine. Capitoli e narrazioni, tutte «scomponibili». Capossela rivela un desiderio: «Vorrei che queste pagine si potessero prendere a etto, sfuse, a capitoli, a ognuno la parte che gli serve, come dal macellaio». Così nella lettura si può saltare dall'«autobus per Sarajevo, parcheggiato in ultima fila, ancora più defilato dagli altri. Era arancione» alle «borse da viaggio». Come sono? «Non c'era niente più di cui parlare, c'era da andarsene e basta, senza rimanere con il peso di tutte le cose intuite». O ancora la «Taverna Stozzos»: «Saliva la strada e saliva, aggrappata ai glicini, fino al culmine della collina, e quando finì non ci fu più città». Il primo romanzo di Capossela è nato un paio di anni fa e senza dubbio è una tappa importante nel percorso artistico del musicista nato ad Hannover trentanove anni fa. A Ivrea, Capossela c'era già stato, offrendo esibizioni a Tavagnasco Rock e all'Eurojazz Festival. Che la sua arte fosse anche sperimentazione, lo sanno già i suoi fans. Non solo lo venerano nel grande mondo del web e lo seguono fin dai primi passi della sua carriera. Uomo da palcoscenico, Vinicio, regalò un concerto di Natale alla piazza di Milano nel 2001. Parole sì, ma la musica - in versi e in note - non smette mai.
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